In questi giorni un susseguirsi di voci incontrollate ha portato alla ribalta l’ipotesi di uno “scudo penale” a favore dei datori di lavoro che aderiranno al programma nazionale di vaccinazione generale ed accelerata anti Covid-19. In questo susseguirsi di voci e ipotesi, la più apprezzabile è però quella che vorrebbe condizionare la protezione legale del datore di lavoro alla previa, corretta adozione del modello organizzativo e di gestione di cui al “Decreto 231”; modello tuttora facoltativo dopo vent’anni dall’introduzione della responsabilità amministrativa “da reato” delle persone giuridiche. Se la pandemia portasse a questa evoluzione delle strutture produttive, sarebbe forse l’unico effetto positivo riconoscibile all’emergenza sanitaria. Nella consapevolezza che analogo risultato poteva essere conseguito in contesti meno drammatici.