Fino al prossimo 17 maggio sarà in vigore la cd Fase 2 di gestione dell’emergenza Covid-19. Con l’allentamento delle restrizioni è sorto il problema del contrasto fra le disposizioni normative che consentono lo spostamento fuori regione per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute (vietato in tutti gli altri casi) e il contenuto dei protocolli condivisi del 24 aprile che dichiarano sospese e annullate tutte le trasferte/viaggi di lavoro nazionali e internazionali, anche se già concordate e organizzate. Come si possono conciliare le differenti posizioni, coniugando l’esigenza di sostenere il riavvio delle attività economiche e la necessità di garantire la sicurezza dei lavoratori e idonei livelli di protezione negli ambienti di lavoro?