Gli Stati membri sono tenuti ad accordare ai cittadini dell’Unione alla ricerca di un posto di lavoro un termine ragionevole durante il quale questi ultimi devono dimostrare di essere alla ricerca di un lavoro. È solo dopo la scadenza di siffatto termine che tali cittadini devono dimostrare, non solo di essere alla ricerca di un posto di lavoro, ma anche di avere buone possibilità di trovarlo. A tal riguardo, un termine di tre mesi a partire dalla fine del periodo iniziale di tre mesi di soggiorno legale nel territorio dello Stato membro ospitante non risulta irragionevole. Sono queste le conclusioni dell’Avvocato della Corte di Giustizia UE nella causa n. C-710/19.